lunedì 25 gennaio 2010

England made me

-Se lasciassero fare a me, gliela farei vedere io!-
Alto, elegante, brizzolato. Con un ricordo di capelli biondi. Porta con disinvoltura il peso (peraltro molto leggero, date le sua capacità economiche) di due famiglie con figli al seguito.
La prima moglie lo ha costruito. La seconda lo ha divertito. Si resta, forse, in attesa di una terza. Magari per la vecchiaia, comunque non così lontana come vorrebbe far credere.
-Ma lei lo sa cosa mi ha detto ieri il primo industriale della Lombardia?-
Le riunioni di lavoro differiscono dalle cene di lavoro perché, nelle seconde, la bile in eccesso trova almeno un po' di cibo da aggredire.
-Guardi, mi ha detto, non mi faccia parlare.-
Sono le stesse frasi che Duilio Del Prete dice a Giancarlo Giannini nell'episodio L'ospite, dal film Sesso matto di Dino Risi.
Il film è del 1973. Il dialogo che ascolto (che sono costretto ad ascoltare, ma la vita riserva sempre interessanti sorprese) è contemporaneo.
Mi riaffiora alla mente il titolo di un romanzo. E' un esercizio che faccio ormai quasi in automatico. Un'àncora di salvezza che, finora, mi ha sempre salvato.
Anche in quel romanzo si parla di affari, industria, mercato. E' un romanzo di Graham Greene. Si intitola England made me.
In italiano il titolo è stato tradotto in un altro modo. E ancora una volta il titolo di un libro può racchiudere ben più dell'essenza del libro stesso, sino a ricomprendere passato, presente e, forse, futuro.
In italiano infatti il libro si intitola I naufraghi.

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