mercoledì 20 ottobre 2010

Cinema calibro 9, di Fabrizio Luperto (Manni)

Se l'immaginario di una collettività avesse dei punti fissi, il poliziottesco rappresenterebbe, senza ombra di dubbio, il cardine attorno al quale orbiterebbe tutto il sentire di un'intera nazione. Il ghigno di pietra di Gastone Moschin/Ugo Piazza, in Milano calibro 9, e lo sguardo disincantato di Enrico Maria Salerno/commissario Bertone, in La polizia ringrazia, sono stati soltanto due, fra le innumerevoli icone e gli insostituibili feticci, che hanno contribuito a descrivere e interpretare (ma anche a riscrivere e reinterpretare) un decennio della nostra storia. Le immagini sempre un po' offuscate, i colori sempre un po' stinti, la fotografia sempre un po' sgranata di tutta questa filmografia, sono gli stessi che ritroviamo in qualsiasi filmato di repertorio girato durante gli anni Settanta. Quasi che la polvere del tempo avesse voluto, fin da subito, mettere la sua firma su un decennio complesso, duro e difficile. Le locandine sgargianti, i titoli urlati, una certa dose di cialtroneria, quello stare sempre un po' sopra le righe, hanno contribuito a fare del poliziottesco una creazione, un modo di essere e, perché no, anche di sentire, che ha vissuto e vive in una sua totale autonomia totalmente inimitabile. Come, d'altra parte, sono stati del tutto inimitabili e quasi avulsi dal contesto storico mondiale, gli anni Settanta italiani.
Il poliziottesco, quindi, come modalità, come tentativo di illustrare e anche, forse, di comprendere e di leggere la propria contemporaneità. Ma una contemporaneità che, sepolta dai lustrini e dalle paillettes di tutti i decenni successivi, torna forse a mostrarsi prepotentemente proprio ai nostri giorni, quando, terminata la festa dell'economia falsata e basata sulle alchimie finanziarie, si è tornati prepotentemente all'interno di una crisi economica mondiale. Esattamente come nei Settanta.
Cinema calibro 9 è un baedeker completo per chiunque voglia intraprendere il viaggio intorno al filone del poliziottesco. Veloce, rapido, completo e avvincente. Come un inseguimento fra Giuliette della Squadra Mobile e Fiat 131 dei rapinatori. Leggendo il libro di Fabrizio Luperto ci si trova, pagina dopo pagina, a conoscere tutti i particolari di questo genere cinematografico. E a provare anche l'inquietante sensazione di un déjà vu che, forse, non ci ha mai lasciati del tutto.
Un libro.
Cinema calibro 9-Guida al poliziottesco, di Fabrizio Luperto (Manni).

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