lunedì 23 gennaio 2012

Terracarne, di Franco Arminio (Mondadori)

Terracarne non è soltanto un resoconto, non è soltanto il diario di un viaggiatore o di un osservatore. Terracarne è una lunga autoanalisi, dove il confine già labile tra l’osservatore e l’oggetto osservato si frantuma, si confonde, si sbriciola.
Non c’è soluzione di continuità tra l’Autore e i luoghi che visita, i luoghi attraverso i quali passa, i luoghi che si sofferma a sentire.
Perché è proprio un sentire quello che Arminio mette in atto. Un sentire che va ben oltre i comuni sensi della vista, dell’udito, dell’olfatto. Un sentire che assomiglia a un sesto senso, che assomiglia a un’attitudine nascosta, come nascoste sono le attitudini non dei superuomini, ma degli uomini che soffrono.
Franco Arminio si lascia attraversare, nel corpo e nell’anima, dai territori, dai luoghi, dai paesi. Non compone relazioni, non scrive rapporti, non delinea piani d’azione. Semplicemente ascolta quello che l’aria, il freddo, il caldo, le case, le piazze, perfino le posture degli uomini e degli animali, gli trasmettono. Come il viandante di un romanzo picaresco incontra mirabolanti avventure, così Arminio riesce a trovare spunti e sensazioni da quello che può apparentemente sembrare un presente senza storia, un attimo di banale vita quotidiana, ma che in realtà nasconde autentiche rivelazioni. Rivelazioni ancora più autentiche nella misura in cui costituiscono il paesaggio umano e sociale, architettonico e urbanistico, a cui siamo abituati, senza renderci conto della sua anima spesso artefatta e artificiosa.
Arminio cerca senza sosta, chiede, pone domande, prende appunti, si sostiene con le armi della poesia, conduce una battaglia, una guerra con lo strumento della parola, con il mezzo della narrazione. Il risultato è uno spaccato della nostra quotidianità oscenamente sconvolta dalla distruzione dei nostri luoghi. I luoghi, i territori influenzano le nostre vite e le nostre vite, a loro volta, influenzano i luoghi, i territori. Quando non c’è il rispetto per un luogo, non c’è nemmeno il rispetto per chi, in quel luogo, ci vive.
Un libro.
Terracarne, di Franco Arminio (Mondadori).

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