lunedì 16 luglio 2012

Un ombrello per le anguille, di Michele Marziani (Guido Tommasi Editore)

Ci sono libri che, quando li leggi, ti fanno pensare che l’editoria italiana, a volte, riesce a proporre autentici tesori. È il caso di Un ombrello per le anguille. Conosco da tempo la prosa affilata e al contempo intensa e appassionante di Michele Marziani e la ritrovo in questa squisita e coinvolgente silloge di racconti. Michele Marziani ha il grandissimo pregio di saper raccontare le sue esperienze e le sue passioni trasfigurandole attraverso un filtro narrativo degno di Gianni Brera e Piero Chiara e lo fa superbamente, conducendo per mano il lettore alla condivisione di storie e di sentimenti.
Questi “racconti scritti sull’acqua” (come recita il sottotitolo) sono racconti di pesca, alcuni dei quali sono apparsi negli anni sulle riviste Pescare e Pesca in. Ma non si creda di trovarsi di fronte a una raccolta di pezzi affrettatamente giornalistici perché Un ombrello per le anguille ha la dignità delle short stories della miglior tradizione nordamericana e Michele Marziani riesce a fondere la descrittività analitica di Hemingway con la esistenziale tristezza di Richard Brautigan.
Ognuno dei piccoli gioielli che compongono questa raccolta racconta un intero mondo, un intero universo. Ognuno di questi racconti è un ponte verso il ricordo, verso la rimembranza, verso il bilancio, anche arduo, di una vita. Michele Marziani è un autentico scrittore del territorio, che narra non in senso agiografico, bensì nel senso più alto del termine. Sempre, nei suoi romanzi così come nei suoi racconti e anche nei suoi saggi, è presente la consapevolezza che ogni luogo nasconde una storia e che ogni luogo influenza le nostre vite così come le nostre vite a loro volta influenzano i luoghi.
E i luoghi che fanno da sfondo ai libri di Michele Marziani diventano ben presto luoghi autenticamente narrativi. Così come luoghi autenticamente narrativi sono questi laghi, questi torrenti, questi fiumi che sono i veri protagonisti di Un ombrello per le anguille. E il fluire di queste vie d’acqua diviene ben presto il fluire delle vite degli uomini e delle donne che accanto ad esse hanno vissuto e spesso anche sofferto, ma donando sempre un patrimonio di esperienza e di sentimenti. Quello stesso patrimonio che Michele Marziani ancora una volta regala ai suoi lettori.
È capitato a tutti di sentirsi traditi dagli amici più cari, abbandonati dalle persone che si amano, incerti rispetto al futuro, provati dalla malattia, dalle sfortune proprie o di chi ci sta vicino… Beh, io nei momenti più duri, quando la disperazione urlava nello stomaco facendosi grancassa dell’anima, ho guardato un torrente scendere dalle Alpi, ho respirato la montagna, ho atteso il guizzo della trota, ho compreso nel mistero della natura che c’era posto e valore, per me e per tutti. Questa è una confessione, questa per me è la pesca. 
Un libro.
Un ombrello per le anguille, di Michele Marziani (Guido Tommasi Editore).

Nessun commento: