domenica 30 dicembre 2012

Visioni e paesaggi narrativi

Ho il piacere di dirigere una collana di Errant Editions, la Social Media Landscapes. Una collana di testi brevi, incisivi, dallo sguardo obliquo sul mondo della rete, rete intesa non solo come insieme di elementi eterogenei, ma anche e soprattutto come strumento di narrazione condivisa. Una collana che sta avendo molto successo forse proprio per la sua natura non impositiva, ma aperta e colloquiale. 
Ho scritto un breve testo, una testimonianza, una sorta di introduzione al lavoro di questa collana. E' un testo che è stato pensato come luogo narrativo che si aggiunge al work in progress dei Social Media Landscapes.
Un'introduzione che sceglie come mezzo il blog, andando a raggiungere così i contenuti degli ebook già pubblicati e quelli che varranno in seguito. Una scelta programmatica che vuole dimostrare come sul web ogni narrazione attraversi le altre e da queste sia, a sua volta, attraversata.
Il testo lo potete trovare qui.

giovedì 27 dicembre 2012

R.I.P. Gerry Anderson

I capelli albini del Comandante Striker, le giacche quasi maoiste dei colonnelli Paul Foster e Alec Freeman, le minigonne argentee e gli occhi bistrati del tenente Nina Barry, sogno erotico di una serie infinita di adolescenti appassionati di SciFi, gli invasori alieni dalla claustrofobica tuta piena di un soffocante liquido nero, i pantaloni a zampa d'elefante del comandante John Koenig (un bravissimo Martin Landau), la tecnica della supermarionation che rende Thunderbirds ancora affascinante in tempi di playstation e di Wii.
Un elenco postmoderno che trasfigurava se stesso persino nelle copertine dei quaderni Pigna, che avevano pubblicato una intera serie con le immagini delle creazioni televisive di Gerry e Sylvia Anderson.
UFO, Spazio 1999 e Thundrbirds. Luoghi di un immaginario che si perpetua all'infinito.
Approdi necessariamente librari si concretizzano in Italia nel 2000, quando Fanucci pubblica Guida a UFO e Spazio 1999, di Chris Drake.
Non resta che citare il comandante Jean-Luc Picard: Sky's The Limit!

lunedì 24 dicembre 2012

Iosif Brodskij, Romanza di Natale

Veleggia nella malinconia indicibile
tra opprimenti distese di mattoni
la navicella notturna, inestinguibile,
salpata dai Giardini di Alessandro,
lampione solitario in mezzo al buio,
rosa gialla sospesa sopra il capo
dei diletti che passano ai suoi piedi.

Veleggia nella malinconia indicibile
il coro ronzante di ubriachi e insonni.
Nella Mosca notturna uno straniero
ha scattato una foto tristemente,
e intanto svolta sull'Ordynka
un taxi con passeggeri sofferenti,
mentre abbracciati alle palazzine
stanno gli spettri.

Veleggia nella malinconia indicibile
un poeta che triste vaga per la città,
e triste accanto a una drogheria
sta il portinaio dalla faccia tonda,
si affretta lungo la desolata via
un amante attempato e fascinoso.
A mezzanotte il treno, fresco sposo,
veleggia nella malinconia indicibile.

Veleggia nel buio di Zamoskvorèč'e
colui che ignaro nuota verso la sventura,
echeggia sulla triste scala gialla
una voce dall'accento ebreo,
e alla vigilia dell'ultimo dell'anno,
dall'amore verso la mestizia,
veleggia una bellezza celebrata
che non sa dire la sua malinconia.

Veleggia la fredda sera nei tuoi occhi,
tremolano fiocchi di neve sul vagone,
un vento livido, gelato, aderisce
alle mani dal palmo arrossato,
si spande il miele delle luci serali,
l'aria profuma dolce di chalvà,
è la vigilia della Natività che porta
alto sul capo il dolce della notte.

Su un'ombra blu cobalto, in mezzo al mare
di mattoni e tetti, il tuo Anno nuovo
veleggia nella malinconia indicibile,
quasi la vita stesse per ricominciare
con la promessa di successo e gloria
giorni felici e pane a sazietà,
quasi la vita da sinistra a destra ora
potesse invertire il suo oscillare.

Da Poesie di Natale, di Iosif Brodskij (Adelphi)

giovedì 20 dicembre 2012

Nostalgia dell'ombra, di Eduardo Antonio Parra (La Linea)

Territori di sangue, luoghi di morte, scenografie metropolitane che si (con)fondono nel giallo di un deserto che riporta nomi bolaniani come Sonora, Mexico City, Monterrey, Sinaloa. Buchi neri che fanno da sfondo a quella irrimediabile, definitiva e rassegnata narrazione di violenza che permea queste zone di confine, di mutazione, di contaminazione tra l’America gringa e quell’irraggiungibile spazio centromericano che le fa da contraltare condiviso nel racconto di un orrore insondabile.
Nostalgia dell’ombra è l’affabulazione infinita che unisce le vicende tragiche di un’anima alla tragicità senza speranza di un luogo che quest’anima (come tutte le anime che lo abitano) divora e distrugge. Piani narrativi e temporali che si inseguono, fino alla rivelazione totalizzante di una storia in cui nessuno può salvarsi perché nessuno deve salvarsi. Come le pietre portano in sé le ferite del tempo, così le anime presentano ferite irrimarginabili che da quelle pietre nascono e ne sono terribile chiarimento. Non esiste nessuna possibilità di fuga dai destini incrociati che la rivelazione di una violenza immutabile trasfigura in ombre di perdita totale.
Eduardo Antonio Parra ci presenta l’educazione omicida di un killer professionista, figura che situa se stessa a metà strada tra il carnefice e la vittima. Personaggio che svela lentamente la propria vita attraverso le sofferenze feroci che ne hanno segnato (e costruito, passo dopo passo) l’esperienza.
Un’esperienza che è comune a tutte le dolenti vite che ne fanno da sfondo. Lentamente, per il mezzo delle parole di una narrazione pastosa, ci appare il soffocante e fobico palcoscenico sul quale non rimarrà altra protagonista se non la morte.
Ancora una volta l’America si scinde in ambivalente territorio narrativo. Da una parte, a nord, le scintillanti stelle dell’immaginario collettivo. Dall’altra, nell’immediato sud, le inquietanti ombre della fine.
Un libro.
Nostalgia dell'ombra, di Eduardo Antonio Parra (La Linea).

domenica 16 dicembre 2012

John McAfee e il postmoderno

Sono avvezzo da tempo (forse troppo tempo, sin da quando nel lontano 1989 cercavo all'allora seconda edizione della Fiera del libro di Torino notizie, non ancora supportate dall'inesistente web, su una inquietante casa editrice statunitense che riproduceva libri e immagini deliranti, la Amok Press, nascosta allora dietro un PO box clandestino) alla ricerca di quella insondabile definizione di postmoderno che forse solo DeLillo, DFW e Bolańo avrebbero in seguito infuso nelle loro narrazioni.
Ora dal mare infinito di internet, per dirla alla Saramago, emergono tracce sulla fuga del fondatore dell'antivirus McAfee, accusato di omicidio, nelle lande desolate e portatrici di inquietudini senza tempo, di quel centro e sudamerica, paradigma e backyard definitivo dell'America gringa, dell'America luogo di narrazione allucinata.
Alcuni anni fa un'altra narrazione delirante era apparsa tra le pieghe di quell'arcobaleno pynchoniano senza fine. L'erede della DuPont (industria chimica secolare del New England) era stato ucciso da una squadra speciale del FBI, dopo essersi barricato nella sua dimora in compagnia di decine di culturisti armati che facevano parte di un suo personalissimo culto sadomasoguerrillero.
La narrazione postmoderna non ha mai fine.
Altri miei deliri narrativi sul postmoderno li trovi qui.
L'ossessione per le parole
Borges aveva un Tumblr

sabato 15 dicembre 2012

Presentazioni di libri e notti di neve in pianura

Presentazioni di libri come immagini clandestine che appaiono nella notte improvvisa. Una piccola biblioteca di paese, immersa nella pianura innevata che si trasfigura in fiaba e racconto. Suoni di passi attutiti come attutito è il suono delle campane di una chiesa parrocchiale immersa nel niente. Presento Padania blues in una serata bianca di neve e grigia di nebbia attesa, nella sala consiliare del comune di un piccolo paese della bassa. Aspettative narranti di chi scrive che si incrociano con il quieto attendere di chi crede nei libri. Da una piccola folla attenta si citano Gianni Celati e i narratori delle pianure. La mia sorpresa si coniuga all'attesa di chi ascolta. C'è ancora voglia di leggere, c'è ancora passione per la lettura e per la letteratura. Forse non tutto è perduto.

mercoledì 12 dicembre 2012

La narrazione del web. Social Media Landscapes. L'edizione speciale degli ebook di Angelo Ricci

Narrare il web come ecosistema. Scrivere il web come un romanzo, come un racconto. E' lo scopo della collana Social Media Landscapes di Errant Editions. In attesa delle prossime interessanti uscite, ecco in edizione unica e speciale, i miei due ebook Pinterest è un sogno?, che ha avuto grandissimo successo, e il nuovissimo Viva Tumblr!

Dal sito di Errant Editions:
Pinterest è un sogno? È un simbolo? Un’icona del nostro immaginario o è semplicemente un social network? Come è possibile coniugare Pinterest con il mondo dei libri, degli scrittori, dell’editoria? Il primo breve testo, seguito dal nuovissimo “Viva Tumblr!” sono la “Special Edition” dei Social Media Landscapes. Angelo Ricci è blogger, critico, autore di un ebook di grande successo come “Borges aveva un tumblr”, scrittore, esploratore digitale. Coordina i”Social Media Landscapes”. Testi brevi capaci di mettere a fuoco un dettaglio, un lembo, una prospettiva realtiva a tutto quello che riguarda social network, social media, e il web nel suo complesso. Assaggi gustosi, appaganti, interessanti sulla nostra “vita digitale”. eBook illustrato
La “special edition” al momento si può scaricare  qui

lunedì 10 dicembre 2012

Viva Tumblr! (Errant Editions)

Prosegue il progetto della collana Social Media Landscapes, di Errant Editions. Dopo Pinterest è un sogno? ho pubblicato un ebook che si occupa questa volta della piattaforma Tumblr. Viva Tumblr! non vuole essere soltanto una guida dedicata a chi vuole aprire un Tumblr, con una particolare attenzione al mondo letterario e ed editoriale, ma vuole essere soprattutto un modo nuovo di narrare e di raccontare questa piattaforma di blogging. Perché non bisogna mai dimenticare che il web è soprattutto narrazione.

Dal sito di Errant Editions:
...la sensazione era quella di un desk lavorativo, di un work in progress i cui contenuti avrebbero trovato altrove la loro successiva e piena applicazione. Tumblr oggi è diventato molto più di un blocco di appunti…
Dopo il grande successo di “Pinterest è un sogno?”, successo che continua, ecco Tumblr. Troverete segreti e stupori, qui dentro. Lo leggerete in un lampo, e potrete solo decidere di aprire un Tumblr, andare, esplorare e provare.
Fa chiarezza Ricci, in una breve scrittura serrata e affascinante, e,  naturalmente si occupa prevalentemente di Tumblr e del suo utilizzo da parte di scrittori, case editrici, magazini, eMag. Ma vediamo più nel dettaglio
Cos’è Tumblr? A cosa ci serve? Ecco una preziosa bussola per capirlo scritta da un analista, blogger, critico letterario, scrittore di libri e di “oggetti digitali” capaci di cogliere, prevenire e interpretare il flusso, il crocevia, la direzione e i “contromano” degli spazi web e di tutti i paesaggi digitali. Da Angelo Ricci, autore di “Pinterest è un sogno?” eBook di grande successo, uscito alcuni mesi fa, coordinatore del progetto “Social Media Landscapes” di Errant Editions ed esploratore digitale, un testo su uno spazio tutto da identificare (e da vivere) che lui conosce molto bene.
Il testo per il momento è scaricabile qui, a 0,99. Prossimamente disponibile negli altri store on line.
Se volete seguire Angelo Ricci, il SUO Tumblr è questo
Anche questo ebook ha una sua board dedicata su Pinterest. La potete trovare qui.

giovedì 6 dicembre 2012

L'intervento dell'agenzia letteraria Carta & Calamaio al Gaudeamus International Bookfair 2012

Chi ci segue abitualmente sa che dal 21 al 25 novembre Carta & Calamaio è stata a Bucarest dove ha partecipato a Guadeamus International Book Fair, importante appuntamento culturale dell’Est Europa.

In particolare abbiamo preso parte - assieme ai nostri colleghi di numerose agenzie letterarie europee - alla tavola rotonda dal titolo “The Role of Literary Agents on the International Book Market in the Digital Era”.

Ecco il nostro contributo che sarà seguito, nelle prossime settimane, da quello degli altri colleghi partecipanti.

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L’editoria tradizionale, come è emerso anche dalla recente Fiera di Francoforte, è in crisi in tutta Europa. Non si sottrae a questa tendenza negativa l’Italia dove il mercato segna per i primi nove mesi del 2012 un –8,7% (dati Nielsen, canali trade). Ma assieme al mercato diminuiscono anche i lettori: sono oggi 25,9 milioni gli italiani che leggono almeno un libro all’anno, 723mila meno del 2010. Cresce e si diversifica invece l’offerta editoriale: aumentano i titoli e le copie immesse sul mercato, diminuiscono i prezzi medi e si consolida il segmento dell’e-book. E per i lettori che resistono cambiano le abitudini: il libro si acquista sempre più spesso nelle librerie di catena (41,3% ) e online (14,2%), anche perché stanno chiudendo molte librerie indipendenti. Crescono le vendite di ebook e tutto il digitale.

È evidente, che in una tale situazione, occorre rivedere tutti gli approcci metodologici che fino ad ora hanno guidato le azioni di editori, autori ed agenti, aprirsi ed adeguarsi alle nuove tecnologie e puntare su strade alternative. In particolare, a nostro avviso, cambia il ruolo dell’agente che non è più solo colui che valuta se un manoscritto è buono o meno, quale è l’editore più adatto a cui proporlo, ecc. A fronte di editori tradizionali sempre più influenzati dal mercato, meno coraggiosi anche a causa dei rischi d’impresa, si fanno strada piccoli editori indipendenti che soprattutto grazie alla maggiore libertà di rischio offerta dal digitale propongono autori interessanti ed alternativi di nicchia. E allo stesso tempo, vista la lentezza del sistema editoriale per cui tra la consegna di un manoscritto da valutare ad un editore e la pubblicazione effettiva del libro possono passare anni, c’è chi non vuole attendere, che preferisce tentare la strada del self-publishing convinto che il suo lavoro sia buono e che se immesso sul mercato troverà ugualmente lettori che lo apprezzano nonché magari editori tradizionali che si accorgano di lui. Se un libro è buono resta tale sia che venga pubblicato in cartaceo che in ebook, sia che sia un progetto seguito da un editore quanto il risultato del self publishing. L’importante è che il progetto sia fatto seriamente e che il risultato sia di buon livello. Perché se per l’editore l’obiettivo ultimo è quello di vendere il libro, per l’agente deve essere quello di farlo leggere. Se l’agente è sicuro della qualità del lavoro sa che nel momento in cui i lettori avranno modo di conoscere e apprezzare l’autore, il libro farà strada da sé, col passaparola, che è tuttora la tecnica di marketing più efficace. L’agente deve sapere quindi capire per ogni autore quale sia il percorso più adatto, se investire sull’editoria digitale, su quella tradizionale o entrambe, se tentare il self publishing, fornire all’autore gli strumenti per poter scegliere e avere le competenze per accompagnarlo nel percorso che preferisce.

Noi non crediamo che ci sia un editoria di serie a e una di serie b. Crediamo nella possibilità di fare conoscere ai lettori un buon libro e per farlo usiamo tutti gli strumenti che la realtà attuale ci offre. In tutto questo, non deve mancare il rispetto per l’autore e per le sue scelte, la capacità di non snaturarne le principali caratteristiche creative, e un aggiornamento costante per capire come si muovono il mercato e le tecnologie. Tra i clienti della nostra agenzia abbiamo autori che pubblicano in modo tradizionale accanto ad altri che hanno scelto di uscire solo in ebook o di auto-prodursi col self publishing: a ciascuno forniamo gli strumenti adatti a realizzare il proprio progetto tutelandoli nell’aspetto contrattuale, selezionando gli editori più adatti – tradizionali e digitali – individuando i professionisti più capaci a realizzare un buon progetto di self publishing (illustratori, traduttori, editors, informatici esperti), e accompagnandoli anche dopo la pubblicazione in un’efficace promozione grazie ad un capillare lavoro di comunicazione, ufficio stampa, pubbliche relazioni. Il tutto comunque in un’ottica di grande rispetto per l’autore e il suo lavoro.
Il post originale è qui.

sabato 1 dicembre 2012

Padania blues: la recensione di Cristina Orlandi

Cristina Orlandi recensisce Padania blues sul suo blog.
Una raccolta di racconti di vari generi, dallo storico al fantasy, tutti ambientati nella Pianura Padana. Brevi ed efficaci, dai quali traspira ogni volta la tristezza, o la paura, o la suspense.Ambientati nell’immaginario, oppure in diversi momenti storici, ma nello stesso contesto geografico, in ogni racconto si respirano la nebbia o l’afa, immutabili, a dare l’impressione di un’apparente immobilità.Un’immobilità che pare inghiottirci, nella corsa disperata attraverso una scala, o attraverso il tempo, alla ricerca di una via d’uscita. Ma non è possibile uscire dalla propria condizione, perché chi si trova nella Pianura è lui stesso la Pianura, e il freddo invernale o la soffocante calura estiva racchiudono nei loro contorni la vita, che anno dopo anno si ripropone sempre uguale, portando con sé le vittorie e le sconfitte di ogni essere umano. Da leggere come se si ascoltasse, perché la narrazione è simile al testo di una canzone, a volte scandita da ritornelli, in cui si percepisce un ritmo dalle note basse, struggenti.Una serie di storie tutte sullo stesso sfondo, di argomenti diversi tra loro: monelli che si nascondono in campagna durante una retata dei soldati nemici, un’inquietante storia di vampiri, un surreale set cinematografico e così via, fino a compilare un album con note che trasmettono emozioni immutabili, eppure sempre diverse. Si può fuggire dalla Pianura, ma viene sempre voglia di tornarci.
Il testo originale è qui