mercoledì 30 gennaio 2013

Scrivere nella rete (Facebook, Twitter, Blog & Co.), di Stephan Porombka (Zanichelli)

Narrazioni che attraversano la rete e che sono ormai la vera essenza della rete. Luogo senza confini, modello digitale di un’eternità che tutto contiene e che è a sua volta contenuta dal tutto, il web è ormai territorio di scrittura che supera da tempo le strutture classiche del racconto. Storie si intrecciano in un divenire senza fine, dove il narrare nelle sue forme classiche diventa forse arcaismo a confronto con gli sviluppi di uno storytelling dove siamo tutti narratori e al contempo narrati.
Scrivere nella rete è un interessante manuale che ha il pregio di presentare un metodo per affrontare con serietà professionale la scrittura nel web.
Facebook, twitter, i blog sono strumenti con imprescindibili particolarità e con leggi a volte ferree. Quello che può essere narrato su un social network presenta caratteristiche completamente differenti dal post di un blog. Così come differenti ne sono i destinatari e differente la percezione che quei destinatari ne possono avere e spesso non ci rendiamo nemmeno conto di quanto la complessità strutturale di una storia possa moltiplicarsi in modo esponenziale a seconda del luogo virtuale in cui la presentiamo.
Scrivere nella rete chiarisce moltissimi degli aspetti che la scrittura assume quando si espande sul web, presentando al lettore case histories, modelli, analisi e anche una serie di esercitazioni pratiche di scrittura.
Scrivere nella rete è un manuale che diventa a sua volta una narrazione, una narrazione che dovrebbero leggere tutti coloro che, in modo professionale o anche semplicemente per puro divertimento, vogliono scrivere nel saramaghiano mare infinito di internet.
Tanto per parafrasare Georges Clémenceau “la scrittura è una cosa troppo seria per lasciarla agli scrittori”.
Un libro.
Scrivere nella rete (Facebook, Twitter, Blog & Co.), di Stephan Porombka (Zanichelli).

sabato 26 gennaio 2013

Un'intervista (di carta) e una recensione (digitale)

L'Informatore, storico settimanale della mastronardiana Vigevano, pubblica, nel numero in edicola dal 24 gennaio, una mia intervista (nella foto sotto).
Storia Continua invece pubblica un interessante articolo sul rapporto fra Tumblr e scrittura e, a questo proposito, parla del mio ebook Viva Tumblr! 


venerdì 25 gennaio 2013

La seconda edizione del "Premio Stefano Benassi"

Seconda edizione del Concorso internazionale
di narrativa “Premio Stefano Benassi”
promosso da Università Aperta di Rimini

Dopo il lusinghiero successo della scorsa edizione (oltre 100 i partecipanti), Università Aperta “Giulietta Masina e Federico Fellini” di Rimini promuove la seconda edizione del Concorso internazionale di narrativa “Premio Stefano Benassi”. Un’iniziativa nata per ricordare Stefano Benassi, professore di Sociologia della letteratura all’Università di Bologna e per quasi dieci anni docente di scrittura creativa nei corsi di Università Aperta.
Benassi è scomparso prematuramente nel 2008, lasciando un indelebile ricordo in quanti lo hanno conosciuto. Sempre gentile e disponibile, coltissimo, dava consigli a tutti gratuitamente e credeva profondamente nel valore della scrittura e dello stare insieme.

Il concorso di narrativa è aperto a tutte le persone maggiorenni, che possono partecipare inviando a Università Aperta un racconto inedito a tema libero di lunghezza massima di 5.000 battute. La quota di partecipazione è di 10 euro e la scadenza per inviare i racconti è fissata al 20 aprile 2013.

La Giuria, presieduta dallo scrittore riminese Michele Marziani, è formata dall’agente letteraria imolese Carla Casazza, dallo scrittore lombardo Angelo Ricci, dalle insegnanti riminesi Giovanna Gazzoni e Angela Grossi. La Giuria selezionerà 10 racconti che successivamente saranno letti dai partecipanti a uno dei gruppi di lettura attivi presso la Biblioteca A. Gambalunga di Rimini. Ciascun lettore darà un voto ai singoli racconti, voti che andranno a sommarsi a quelli dati in precedenza dalla Giuria.

«Ci interessa ribadire la matrice popolare della scrittura perché questa era l’idea di Stefano Benassi – dice Marziani, che è anche docente di scrittura narrativa nei laboratori promossi da Università Aperta. Il Premio è dedicato a gente che scrive per il piacere di scrivere, non necessariamente perché pensa di intraprendere la “carriera” di scrittore. La nostra idea è quella della scrittura per tutti».
Riguardo il tema libero, Marziani spiega che «volutamente non abbiamo indicato un tema, ma c’è una lunghezza massima da rispettare, perché consideriamo un valore saper raccontare una storia in un piccolo spazio».
Per quanto concerne l’internazionalità del Premio, «partendo da una chiave locale, vogliamo guardare all’Italia ma anche a tutte le zone in cui si parla italiano, come la vicina Repubblica di San Marino e il Canton Ticino svizzero, o dove vivono comunità di italiani, come gli Stati Uniti e il Canada», conclude Marziani.

Premi: 500 euro al primo classificato, 300 al secondo, 200 al terzo. È inoltre previsto un Premio speciale al miglior Autore della provincia di Rimini, che riceverà un buono acquisto libri di 100 euro, da spendere presso la Libreria Riminese.
La premiazione del concorso si terrà in settembre a Rimini, in occasione dell’inaugurazione del prossimo anno accademico di Università Aperta.

Info: tel. 0541 28568 / 0541 22323, www.uniaperta.it


Ufficio stampa: manuela angelini, cell. 348 2201384, manuela.angelini@gmail.com

mercoledì 23 gennaio 2013

martedì 22 gennaio 2013

Borges aveva un Tumblr, piattaforme e paesaggi

Tra i frutti dell'ultima Fiera del libro di Francoforte c'è la nascita della partnership fra Errant Editions e Artelittera, importante piattaforma d'oltralpe dedicata all'ebook (o, come viene definito in Francia con affascinante termine, livre numérique). Si inizia con Borges aveva un Tumblr, che può essere "assaggiato" per singoli capitoli. Un importante comitato scientifico e editori di grande spessore fanno di Artelittera una delle più interessanti piattaforme europee dedicate all'ebook.
Prosegue intanto anche il percorso dell'Errant Magazine, il magazine online di Errant Editions che unisce luoghi narrativi, piattaforme, letteratura, arte e cultura, in una condivisione virtuosa che attraversa il web e che dal web si fa attraversare.
Un mio articolo dedicato al tema di questo numero dell'Errant Magazine (Paesaggi/Landscapes) si trova qui.

domenica 13 gennaio 2013

Marcel Proust e la pittura

di Maria Gilli
da Postpopuli.it

Leggere Marcel Proust procura sempre emozioni rare e felicità autentica, e fra i molteplici piaceri che si possono provare immergendosi nellaRicerca del Tempo Perduto“, quello di cui voglio parlare oggi – a novant’anni dalla sua scomparsa –, è molto speciale:  il piacere di essere accompagnati in un vero e proprio museo.

Marcel Proust – http://thethoughtstree.files.wordpress.com
Difatti, Proust, appassionato di arte, fa della pittura uno dei temi privilegiati del suo romanzo e i riferimenti ai quadri dei grandi maestri sono continui: confronti, paragoni, analogie, che si inseriscono nel racconto, anzi fanno parte del racconto, e grazie ai quali lo scrittore  realizza quella fusione tra realtà  ed immaginario, quell’osmosi tra arte e vita, che costituisce la chiave di volta della sua poetica.
Raramente il quadro viene  chiamato con il suo titolo – il più delle volte è solo suggerito – o descritto per intero, l’attenzione si concentra soprattutto su un particolare: così ad esempio la magnifica e sensuale tonalità  “rosa Tiepolo” della vestaglia di Odette o del mantello della Duchessa di Guermantes – il rosa,  ricordiamolo, è il colore di Venere, il colore dell’amore -; oppure su alcuni dettagli:  Swann trova una forte somiglianza fra l’amico del narratore, Bloch , e il Maometto II di Bellini,  sono le stesse sopraciglia circonflesse, lo stesso naso ricurvo, gli stessi zigomi sporgenti …, sottolineandone così i tratti semitici.
I personaggi della Ricerca, e Swann in particolare, amano fare paragoni fra i loro conoscenti e i ritratti eseguiti da pittori famosiPuò essere l’effetto di una volontà idealizzante, rassicurante, che salva la persona amata dalla mediocrità o dalla meschinità. Così Swann ritrova in Odette gli atteggiamenti e i lineamenti di Sefora, la figlia di Jetro dell’affresco di Botticelli , ed è talmente compiaciuto del suo quadro vivente che, sulla sua scrivania, ha posto una riproduzione di Sefora invece della fotografia di Odette. Il barone di Charlus, innamorato di Morel, si estasia della sua avvenenza fisica,  è diventato così bello, sembra quasi un Bronzino. A volte, invece, questi confronti possono avere risvolti inquietanti. Una sera, il narratore si ritrova, all’improvviso, di fronte a Charlus, e il barone, invecchiato, con le sue ciglia annerite, le sue guance incipriate”, gli ricorda “un grande inquisitore del Greco” che faceva paura. Un’altra sera, sempre il nostro narratore, sdraiato accanto ad Albertine, scopre nel suo profilo un certo aspetto della sua figura … adunco, come in certe caricature di Leonardo, che sembrano rivelare la cattiveria, l’avarizia, la furberia … “.

Sefora di Botticelli – http://upload.wikimedia.org
Albertine è quasi sempre associata alla pittura. E’ l’amica di Elstir, il pittore immaginario della Ricerca, e la vediamo, più di una volta,  inquadrata di profilo nella finestra del suo atelier. Al narratore, la ragazza fa venire in mente Giotto, Tiziano, Michelangelo, Velasquez, Carpaccio…continui, suggestivi accostamenti che rischiarano la sua personalità sfuggente, vogliono svelare il suo segreto ma, nello stesso tempo, ne approfondiscono il mistero. Albertine rimane e rimarrà per sempre un essere di fuga“,  inafferrabile, impenetrabile come un pastello di Quentin de La Tour: non sembrava avere sentito ciò che avevamo appena detto…come se lo avessimo detto davanti ad un ritratto di La Tour.
Non sono solo le persone a far scaturire questi flash, a suggerire queste corrispondenze, ma anche gli oggetti  e le piccole cose, a volte triviali, della vita quotidiana: gli asparagi di Françoise, così buoni, ma dall’odore così forte e che avevano tanto nauseato la povera ragazza di cucina incinta, si trasformano in un bellissimo quadro di Manet, a sua volta accostato ad una natura morta di Chardin. Perché quello che conta è l’essenza delle cose, e l’opera d’arte sola riesce a raggiungerla,  riesce a trascendere l’ordinario.
Oppure sono paesaggi che ricordano tele famose e che, suscitando emozioni intense, aprono lo spazio all’immaginario: come lo spettacolo del mare a Balbec, ed in particolare il tramonto dallo squisito color rosa,simile ad una farfalla che …sembrava apporre con le sue ali in fondo a quest’armonia grigio e rosa nel gusto di quelle di Whistler, la firma del maestro di Chelsea; o come la piccola e triste città di Doncières che, d’inverno, all’improvviso, si anima e diventa gioiosa come un quadro di Breughel e la neve…faceva pensare, in questa città…alla faccia rubiconda che Breughel dà ai suoi contadini gioiosi, bisboccioni e  intirizziti dal freddo.

Veduta di Delft di Vermeer – static1.nazioneindiana.net
Infine, non possiamo non rammentare l’episodio famoso del petit pan de mur jaune. Lo scrittore Bergotte, nonostante sia molto malato, è andato a vedere, ad una mostra di pittura olandese, un quadro che ama molto, la “Veduta di Delft di Vermeer. Guardandolo molto attentamente, nota alcuni particolari che non aveva mai visto prima, fra i quali, una piccola ala di muro  giallo  dipinta meravigliosamente bene. Affascinato, sconvolto dalla forza emozionale e dalla bellezza di quel prezioso color giallo, egli capisce che è così che avrebbe dovuto scrivere, che  non ha fatto altro che perdere tempo e non ha saputo realizzare una vera opera d’arte. Sopraffatto da questa rivelazione, è colpito da malore, si accascia su un divano e muore.
Perché il vero artista è quello che riesce a cogliere le analogie e a capire il loro significato, ad operare la metamorfosi della realtà e proporre una nuova visione del mondo, originale, bella e di forte impatto emozionale, a ri-creare il mondo con  l’opera d’arte,  la  vera vita, lei sola capace di sconfiggere il tempo.

giovedì 10 gennaio 2013

Riviera (La via lungo l'acqua), di Giorgio Ficara (Einaudi)

Luoghi, territori eterni che si trasfigurano nell’eternità di una narrazione senza tempo. C’è un modo per essere liguri? E soprattutto essere liguri è un modo di essere o una vocazione?
Spazio che fonde tradizione millenaria e storia, sopravvissuto in qualche modo al turismo di massa da rapallizzazione anni Sessanta (termine coniato da Indro Montanelli nel decennio successivo, ad indicare l’ipertrofica speculazione edilizia che fiorì tra mare ed entroterra), la Liguria vive da sempre nelle parole dei suoi cantori, siano essi romanzieri, poeti o cantautori. Ne è nata (ma è sempre nata, quindi c’è da sempre, come ogni mito che si rispetti) una Liguria mitica e al contempo più reale del reale e che si disfa con il racconto della sua storia e delle sue ataviche fatiche, di mare e di terra, di qualsivoglia luogo comune.
Giorgio Ficara racconta, illustra, storicizza. Scrive della Riviera del turismo elitario e di quella del turismo di massa, di quella della tradizione, e della sua preziosa educazione, e di quella di oggi, che da quella tradizione ha saputo trarre insegnamenti senza tempo.
Riviera non è un bozzetto a uso e consumo degli enti del turismo. Riviera è un ritratto di quel luogo, vivente da sempre a mezzo tra un appennino incombente e un mare che a volte è benedizione e a volte invece tradimento sanguinoso.
Quanta storia esiste dietro il profumo del basilico? Quanta fatica senza tempo è nascosta in un cappon magro? Quanta eternità si cela dietro il profilo di un Ezra Pound o di un Max Beerbhom, che, incuranti eroicamente della loro fama, semplicemente vissero tra quel mare che promette e quell’appennino che smentisce?
Tanti anni fa mi persi nell’azzurro profondo degli occhi di un’esile ragazza, nel silenzio del mare senza tempo di Boccadasse. Giorgio Ficara me l’ha fatta ricordare.
Un libro.
Riviera (La via lungo l’acqua), di Giorgio Ficara (Einaudi).

martedì 8 gennaio 2013

Il nuovo Errant Magazine

Nasce Errant Magazine, il nuovo magazine online di Errant Editions. Work in progress, luogo di confine e di contaminazioni letterarie, culturali, artistiche nasce sul web e sul web sarà presente in formato ebook. Errant Magazine rappresenta una nuova sfida per Errant Editions, una sfida che nasce all'insegna del rapporto virtuoso che si crea tra la rete e un editore digitale. Il magazine si affianca quindi alla produzione di Errant Editions, raccogliendo periodicamente tematiche legate agli argomenti monografici che saranno oggetto dei numeri che seguiranno. Argomenti monografici che saranno vere e proprie occasioni di discussione, di contaminazione, di mutazione. Errant Magazine nasce dalla rete e dalla rete si farà attraversare.
Questo è il sito del magazine, sito in cui troveranno posto articoli che andranno ad integrare il magazine, seguendo quel rapporto di feedback narrativo e narrante che è alla base della produzione di Errant Editions e questa è la sua redazione.
Il numero zero è in via di definizione. Il tema del numero zero è Paesaggi/Landscapes.
Buona lettura!

giovedì 3 gennaio 2013

Padania blues: la recensione di Critica Letteraria

Carla Casazza scrive su Critica Letteraria una bella recensione a Padania blues.

Ci sono tutta la malinconia e la rabbia trattenuta del blues in questi 41 racconti che Angelo Ricci ha scritto nell'arco di una decina d'anni ed ora Eumeswil ha raccolto in Padania Blues.Storie a volte molto brevi, che si dipanano in poche manciate di periodi ma riescono ugualmente a rendere le tante sfumature che caratterizzano la grande pianura e la sua gente.Quel fondo di tristezza amara che nemmeno il sole a picco delle estati implacabili senza alberi sotto cui rifugiarsi riesce a sciogliere, ma anche il filo di ironia e una strana poetica latente che sopravvivono persino alla nebbia ghiacciata che ti penetra nelle ossa. Altre cercano scenari diversi, lontani, ma l'odore del riso riesce a raggiungerti sempre, dappertutto.Storie contemporanee oppure che tornano indietro nel tempo, ad un passato prossimo o antico, a volte umanissime, altre cattive e dure, altre un po' irreali oppure di una innocenza che sorprende.Le lega il ritmo di una scrittura nitida, senza fronzoli, che si discosta da quella incalzante e ossessiva già apprezzata dai lettori nel romanzo Notte di nebbia in pianura o quella divulgativa e più colloquiale degli ultimi manuali in ebook ("Pinterest è un sogno?" e "Viva Tumblr!", pubblicati da Errant Editions) che stanno avendo grande successo negli store nazionali.Una raccolta di racconti che può essere centellinata oppure letta tutto d'un fiato come fosse un insolito romanzo corale che racconta della grande pianura a ritmo di blues.
Il testo originale della recensione è qui