mercoledì 20 agosto 2014

Un nulla pieno di storie. Ricordi e considerazioni di un viaggiatore nel tempo, di Sebastiano Vassalli e Giovanni Tesio (Interlinea)

Un pomeriggio assolato di un’estate di un paio di anni fa mi trovavo a Novara, città a me in qualche modo cara perché è la città in cui sono nato. Non sono novarese, sono lomellino il che, in qualche modo, segna comunque una traccia di luoghi condivisi giacché la Lomellina e Novara sono unite o divise da un etereo confine settentrionale fatto di risaie e di pianura (e il monumento alla mondina sta di fronte alla stazione di Novara e nelle campagne novaresi si girò Riso amaro). Sulla mia carta d’identità c’è comunque scritto nato a Novara. Mia madre mi fece nascere in quell’ospedale perché a Novara abitava la sorella di suo padre, mio nonno, che proprio a Novara si era trasferita per lavoro. Sono di natali novaresi per caso, quindi, un po’ come quelli che sono nati su un transatlantico in mezzo all’oceano e la cosa mi rende in qualche modo orgoglioso di questa bizzarria. Altre storie hanno poi reso Novara una città legata alla mia famiglia, trasformandola in luogo di narrazioni condivise di parenti, zii, nonni, fratelli, un lessico famigliare insomma che si snoda in quel territorio, Lomellina e Novara, che le conquiste napoleoniche unirono battezzandolo come Dipartimento dell’Agogna.
Quando vado in una città visito spesso qualche libreria. Le librerie sono stazioni imprescindibili del mio eterno pellegrinaggio di lettore. E in quel pomeriggio estivo, sotto i portici novaresi, mi imbattei in questo libro. 
Intervista, saggio, romanzo forse. Cammino complesso, al contempo tragico ed entusiasmante, sempre affascinante Un nulla pieno di storie è viaggio, confessione, testimonianza. Una linea sottile e misterica unisce sempre autori e libri e Sebastiano Vassalli diviene qui soggetto e oggetto di narrazioni, di inchieste letterarie, di approfondimenti imperdibili, di sincerità estreme e per questo eterne. Come il protagonista di una sciamanica circolarità dei tempi, Vassalli è qui interprete di storie di vita, come il Dino Campana del suo bellissimo La notte della cometa, in una traslazione meravigliosa di tempi e di ruoli che fonde autore, libri, intervistatore e intervistato, scrittore e personaggio. Come il timoniere melvilliano di una nave in tempesta Vassalli ci conduce attraverso il percorso conradiano della sua vita, alla scoperta di quello che è lo scenario biografico non solo dello scrittore ma della sua anima. Un nulla pieno di storie è libro da leggere, da meditare, da conoscere. Vassalli abita nei dintorni di Novara, Interlinea è coraggioso editore novarese di pregio. Mi sa che, quasi quasi, vado a fare un salto a Novara.
Un libro.
Un nulla pieno di storie. Ricordi e considerazioni di un viaggiatore nel tempo, di Sebastiano Vassalli e Giovanni Tesio (Interlinea)

lunedì 18 agosto 2014

Gli amanti di Bisanzio, di Mika Waltari (Iperborea)

Bisanzio, la Seconda Roma, la Mela Rossa dei cronachisti ottomani che ne osservavano da secoli la mura in attesa della sua caduta che è evento millenario che ripete se stesso ogniqualvolta la Storia assiste alla poliorcetica arte della presa di una città che è stata Costantinopoli ma che sarà anche Saigon o Phnom Penh, reincarnando il palazzo imperiale delle Blacherne nel tetto di un’ambasciata USA abbandonato da elicotteri fuggiaschi carichi di funzionari e alti ufficiali di agonici regimi.
Cronaca, diario, storia di eroismi e di erotismo misto a morte e sofferenza, Gli amanti di Bisanzio è romanzo, affresco, imponente rendicontazione della fine di una città che ha rappresentato un unicum storico, interpretando il respiro tragico e comunque lussureggiante di un’era millenaria a cavallo tra Europa e Asia. Ed è proprio dall’ultima Thule di una Finlandia che è estremo continentale che nasce questo immenso romanzo, quasi a manifestare ancora una volta quel rapporto quasi misterico che unì Bisanzio ai destini del nord Europa con la conversione della Rus’ al termine del primo millennio cristiano e che portò la guardia personale degli imperatori bizantini ad essere composta da guerrieri vichinghi in cerca di una patria e da soldati anglosassoni cacciati da una Britannia non più romanizzata e non ancora normanna. Mika Watari compone questo grande romanzo agli inizi degli anni Cinquanta, quando la sua Finlandia era uscita da mortali guerre con il sovietico dittatore georgiano e da pericolose alleanze con il demoniaco Reich guidato dallo jüngeriano Kniebolo, per poi trasformare essa stessa, durante la Guerra Fredda, in un unicum storico a metà strada tra Occidente atlantico e Patto di Varsavia. Gli ultimi giorni di Bisanzio visti e traslati dall’anima dello scrittore come paradigma ultimo forse dei destini della sua stessa nazione. Affascinante libro, romanzo imperdibile per tutti gli appassionati di storia bizantina, ricco di attenti e interessantissimi riferimenti storici, Gli amanti di Bisanzio arriva da Iperborea che, ancora una volta, conduce alle nostre sponde mediterranee le parole di un autore del Nord Europa, un po’ come quei guerrieri vichinghi che trovarono la loro missione sulle rive del Bosforo.
Un libro.
Gli amanti di Bisanzio, di Mika Waltari (Iperborea).