lunedì 22 febbraio 2016

Il pescatore di tempo, di Michele Marziani (edicicloeditore)

C'è una cosa che fa annoverare Michele Marziani tra gli scrittori di razza, ed è la sua capacità di raccontare storie al di là di ogni limitazione letteraria imposta dai generi. Sia nei romanzi che nei saggi enogastronomici che nei libri in cui rivela un territorio, Michele Marziani si fa trovare puntualmente nel ruolo di poeta dell'umanità. Sì, perché nelle sue parole si cela la considerazione profonda per le trame che intessono i vissuti, anche e soprattutto per quelle più apparentemente nascoste, che ha la geniale capacità di far assurgere a luoghi di introspezione affascinante, di riflessione tranquilla, di malinconica gioia e di gioiosa malinconia.
Anche questo Il pescatore di tempo non sfugge, per la felicità di noi lettori, alla considerazione che Marziani riserva alla vita, alle esperienze, ai luoghi, ai libri. Narratore a tutto campo quindi, Marziani con questo libro si svela lentamente al lettore. La pesca, certo, che tanto spazio occupa nelle sue passioni, si trasfigura qui in strumento per raccontare, narrare, cantare degli affanni e dell'allegria, della tristezza e della beatitudine, quella beatitudine che solo chi cerca la pace con se stesso può essere sicuro prima o poi di trovare, ma tra la filigrana delle parole si odono i suoni, si assaporano gli aromi, si fiutano i profumi e gli odori di una verità che nasce dal vissuto e che non è mai né artefatta, né artificiosa. Perché Il pescatore di tempo è proprio Michele Marziani, che prova a schermirsi dietro i ricordi, dietro i libri letti (Nick Adams, Thoreau, Mario Albertarelli, Gianni Brera), ma che poi appare infine in tutta l'umiltà, che è poi quella dei grandi narratori, di chi non vuole farsi portatore di verità rivelate, bensì di sentimenti la cui condivisione e comprensione sono le vere chiavi di volta per comprendere e per comprendersi. Questo è un libro che ha un'anima, un'anima che segue le dorsali d'acqua (i piccoli rii, i torrenti come l'Agogna e il Sesia, i laghi) che da sempre sono custodi della religiosità dell'uomo, non quella che si ammanta di libri sacri, di codici, di vesti simboliche e che spesso invece che alla salvazione conduce alla distruzione, ma quella che vive nel connubio inscindibile tra l'umanità e la terra, quella stessa terra su cui gli esseri umani poggiano i piedi, su cui amano e soffrono e da cui si nutrono. Il pescatore di tempo ha lanciato le sue esche nei ricordi del suo passato, si è ritratto di fronte all'eccesso del mare, si è rimesso a seguire i corsi d'acqua che innervano la vita e alla fine ha stipulato un armistizio con se stesso. Il pescatore di tempo è un uomo saggio e, ricordiamolo sempre, di uomini saggi, in ogni epoca, in ogni storia, ce ne sono sempre pochi.
Un libro.
Il pescatore di tempo, di Michele Marziani (edicicloeditore).

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